A vederlo così, col suo aspetto selvaggio e ruvido, i fiordi che si susseguono numerosi e lo caratterizzano e colorano, rendendolo unico e affascinante, si direbbe che il nostro Lago del Salto sia sempre stato parte di questo magico territorio.
E invece no! C’è stato un tempo non molto lontano in cui la nostra meravigliosa Valle del Salto era profondamente diversa: una fertile vallata, attraversata dal fiume Salto e ricca di piccoli insediamenti urbani.
Nell’estate del 1940 venne però inaugurata una imponente diga a gravità, alta 104 metri, con l’obiettivo di produrre energia elettrica per alimentare il crescente fabbisogno dell’industria dell’acciaio e delle Ferrovie dello Stato. Lo sbarramento del fiume Salto provocò l’allagamento della vallata; i centri abitati di Borgo San Pietro, Teglieto, Fiumata e Sant’Ippolito furono sommersi e ricostruiti sulle sponde del nuovo bacino.
Anche il Santuario di Santa Filippa Mareri e il monastero delle Clarisse, fondato dalla Santa nel 1228, furono sommersi dalle acque.
L’antica cappella del monastero fu smontata e rimontata nella nuova chiesa ricostruita sulle sponde del lago, recuperando i notevoli affreschi del tardo Cinquecento. Nel tempo, il nuovo monastero si è arricchito della Biblioteca e del Museo, in cui sono presenti alcune opere di Giorgio De Chirico.
La costruzione della diga portò quindi all’evacuazione forzata dei quattro paesi, ricostruiti poi più a monte, dopo la loro definitiva sommersione. Un esodo biblico, una sofferenza indicibile della popolazione, costretti ad abbandonare la propria casa; tale evento influenzò anche la vita degli altri aggregati urbani limitrofi. Gli abitanti, a seguito della trasformazione del territorio, che in pochi anni vide la sommersione delle vallate fertili, furono costretti ad abbandonare i luoghi per trovare fortuna nelle periferie della capitale e ciò determinò un progressivo spopolamento della vallata.
Il lago che occupa l’ampia vallata del Cicolano, antica terra degli Equi ed Equicoli, è accerchiato dagli antichi paesi e dai piccoli borghi arroccati sulle alture. I versanti del lago sono nettamente diversi: su quello di destra, esposto a sud-ovest, si addensano i paesi e i campi coltivati. Il versante di sinistra del Salto, esposto a nord-est, è più solitario. I paesi che sorgono più in alto sono piccoli borghi con antiche case, aggrappate ai costoni boscosi che discendono da Monte Navegna.
Oggi il Lago del Salto è il più grande bacino artificiale del Lazio. Ma, a conti fatti, sembra proprio “uno del Cicolano”, perfettamente integrato in un contesto naturalistico che ha trovato un suo nuovo equilibrio.