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VALLE DEL SALTO – IL MONDO DI SOTTO

by Antonella Piscitilli

La Valle de Salto è meraviglia pura sia in superficie che nel sottosuolo: tra i gioielli del Cicolano ricordiamo infatti il complesso delle grotte di Val de’ Varri, uno dei principali inghiottitoi dei monti Carseolani, ubicato nel comune di Pescorocchiano (RI).

Il complesso delle grotte di Val de’ Varri, aperto al pubblico dal 2003, venne esplorato per la prima volta nel 1929 e si trova in una vallata tra i fiumi Salto e Turano, nel Comune di Pescorocchiano, vicino al centro abitato di Leofreni. La valle fa parte di un sistema di bacini le cui acque scompaiono dentro inghiottitoi. Quello di Val de’ Varri si articola in due rami principali: quello di destra è fossile, mentre quello di sinistra è formato da una galleria superiore e da una inferiore, attualmente attraversata da un torrente, che forma periodicamente all’ingresso della cavità una cascata di un’altezza di circa 20 metri.

Il Circolo Speleologico Romano (CSR) nel 1928 effettuò un primo sopralluogo con il recupero di materiali ceramici e faunistici. Nel 1946, ricerche più dettagliate furono compiute da A. Segre e A. Guller dell’I.I.P.U. con indagini in alcune zone a focolari dell’area archeologica. Nel 1959 viene scoperto dal CSR il ramo Van Den Steen che esplora la parte attiva fino al sifone terminale. Tra il 1985 e il 1987 vengono scoperti dei rami fossili che vanno oltre il sifone terminale, che consentono di raggiungere l’imponente salone denominato Giulio Verne.

Le ricerche archeologiche del 1997, vengono avviate nell’ambito di un progetto di valorizzazione turistica della grotta con il coordinamento della Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio. Nel corso dei lavori sono stati messi in luce e raccolti oltre 1000 frammenti ceramici che si collocano in un ambito di media età del bronzo (cultura appenninica). Le ricerche hanno onoltre messo in luce l’esistenza di veri e propri spazi abitativi con un probabile carattere stagionale di occupazione, che fanno supporre che le grotte Val de’ Varri costituissero probabilmente un riparo temporaneo nelle zone di pascolo.

Sulle pareti della grotta sono stare rinvenute manifestazioni di arte rupestre simili a quelli già rilevati nelle zone alpine e negli anfratti della penisola iberica. La presenza di grafiti sono riconducibili a due fasi distinte di occupazione interna, la prima eventualmente inquadrabile in un tardo Neolitico – inizi Eneolitico, la seconda nel Bronzo medio. Grazie ad alcuni resti rinvenuti all’interno della grotta, sappiamo che era abitata già dalla media età del bronzo (2000- 1500 a.C.); questi resti a oggi sono conservati una parte nel museo Pigorini a Roma e una parte nel Museo Archeologico Cicolano a Corvaro.

Il complesso delle Grotte di Val de’ Varri ha uno sviluppo sotterraneo di 1800 metri lungo i quali scorre un corso d’acqua, il Rio Varri ed è costituito da due rami principali visitabili. La temperatura all’interno delle grotte è costante durante tutto l’anno (8°). Visitare questi luoghi sotterranei è sempre affascinante, soprattutto in inverno, quando il Rio Varri ha una portata maggiore.

Per accedere alle grotte, sempre accompagnati da una guida, si percorre un sentiero che costeggia il corso del Rio ed un vecchio mulino. Improvvisamente, il  Rio Varri scompare tra le rocce,  formando una bellissima cascata di oltre 20 metri, al di sopra della quale si presenta una imponente parete calcarea: questo è lo scenografico ingresso dal ramo di sinistra delle grotte.

Le meraviglie non finiscono qui: attraversando il suggestivo percorso che si snoda lungo il ramo sinistro (attivo), oltre ad ammirare le meravigliose concrezioni generate dall’azione ancora potente del Rio, sarà possibile osservare resti archeologici che testimoniano la presenza dell’uomo Appenninico della media età del Bronzo. Inoltre, la visita del ramo destro (fossile) regalerà la vista di magiche stalattiti e stalagmiti e della rarissima formazione argillosa “a macchia di leopardo”, costituita da depositi di calcite sulle pareti della grotta che formano figure particolari.

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