Il lago del Salto, che occupa l’ampia vallata del Cicolano, antica terra degli Equi ed Equicoli, è accerchiato dagli antichi paesi e dai piccoli borghi arroccati sulle alture. I versanti del lago sono nettamente diversi: su quello di destra, esposto a sud-ovest, si addensano i paesi e i campi coltivati. Il versante di sinistra del Salto, esposto a nord-est, è più solitario. I paesi che sorgono più in alto sono piccoli borghi con antiche case, aggrappate ai costoni boscosi che discendono da Monte Navegna. Varco Sabino è uno di questi: un piccolo comune di circa 200 abitanti arroccato sulla riva nord del Lago del Salto, la cui posizione consente di godere di una vista mozzafiato sullo specchio lacustre.
Il paese fu costruito nel XV secolo dagli abitanti del vicino villaggio di Mirandella, distrutto da un violento terremoto, e deve la sua importanza soprattutto al valico posto a breve distanza, da cui prende probabilmente anche il nome, che anticamente collegava la Sabina con l’Abruzzo, attraverso i monti Carseolani. Varco Sabino è un aggregato urbano costruito come simbolo di dominio e di difesa, per questo situato in posizione elevata, facile da difendere in caso di attacco nemico. L’impronta feudale dei luoghi è ancora tangibile.
È stata questa una terra caratterizzata da un miscuglio di tradizioni di culture diverse, un intreccio tra gli usi e i costumi del Regno Borbonico e lo Stato Pontificio, che fu teatro di quel fenomeno del brigantaggio sviluppatosi oltre che in questa zona, anche nella vicina Marsica e nell’Aquilano soprattutto dopo il 1860, quando il Regno delle Due Sicilie fu definitivamente annesso al nuovo Regno d’Italia.
L’attuale comune di Varco Sabino fu costituito nel 1853 e fa parte di un territorio che ha assimilato, come già indicato, diverse culture: infatti, nel 1923, è passato dalla provincia di Perugia in Umbria, a quella di Roma nel Lazio, e nel 1927, a seguito del riordino delle Circoscrizioni Provinciali stabilito dal regio decreto N°1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Rieti, Varco Sabino è stato assegnato all’ area di Rieti.
La chiesa di San Girolamo è sicuramente uno dei punti di interesse imperdibili del territorio comunale. Molto interessante è poi il Ponte Romano: perfettamente conservato, testimonia l’importanza della zona come principale via d’accesso all’Abruzzo e attraversarlo è particolarmente suggestivo.
Nelle viscere della falesia che si erge alle spalle del paese è celata la Grotta di San Michele Arcangelo, un piccolo tempio cristiano, raggiungibile tramite un ripido sentiero ricavato nella roccia, che riprende in miniatura la grotta dedicata allo stesso che si trova nel Gargano. Il Santo giunse in queste terre probabilmente al seguito dei pastori pugliesi in transumanza verso le fertili pianure reatine e abruzzesi. Il culto di San Michele Arcangelo, patrono del paese, è molto sentito dagli abitanti. La festa di S. Michele Arcangelo si tiene i primi di maggio ed è accompagnata dal ballo della Pantasima. Oltre a questa ricorrenza, a Varco Sabino si tengono altre manifestazioni, tra cui la più antica è la Sagra della Bracioletta di Pecora, che si tiene ad agosto in ricordo della transumanza dei pastori in questo periodo dell’anno. Nello stesso periodo si tiene anche la festa di Santa Maria Maddalena, una festa dedicata soprattutto ai bambini.
Varie opportunità escursionistiche fanno di Varco Sabino il potenziale punto di partenza per raggiungere mete di grande interesse naturalistico come il massiccio del Navegna, la “Cerqua Bella” (quercia secolare di enormi dimensioni), i resti dell’antico paese di Mirandella. A sovrastare il paese vi è inoltre una falesia di roccia dove è stato predisposto anche un percorso chiodato, luogo particolarmente visitato da chi pratica l’arrampicata sportiva. E per gli appassionati di Wakeboard e sport acquatici, il Club Nautico Varco Sabino, conosciuto e apprezzato a livello mondiale, offre il meglio delle esperienze sportive acquatiche sul Lago del Salto.